Il risparmio gestito è una categoria di investimenti nel quale un terzo, tendenzialmente una società, si occupa di amministrare il monte capitale.
Oggi questo tipo di strumenti da un lato si sono moltiplicati – cercando di servire esigenze e risparmiatori sempre più variegati, dall’altro sono diventati estremamente popolari grazie alla promozione, spinta, che ne fanno i principali intermediari finanziari tendenzialmente di natura bancaria.
Nella guida di oggi cercheremo di comprendere quali sono le caratteristiche di questo specifico investimento, tenendo conto di tutte le variabili che possono aiutarci a decidere se talune forme di risparmio di questo tipo possano fare o meno al caso nostro.
Risparmio gestito cos’è: definizione
Il risparmio gestito è una tipologia di investimento che vede l’intermediazione di terzi nella destinazione del capitale conferito.
La definizione di scuola – lo ripetiamo praticamente in ogni tipo di approfondimento sul nostro sito – non è però sempre utile per comprendere il vero funzionamento di uno strumento o – come in questo caso – di un gruppo di strumenti.
Pertanto nel prossimo paragrafo che abbiamo dedicato a questo tipo specifico di strumenti andremo ad analizzare in senso stretto il funzionamento di questi strumenti.
Per ora ci basti sapere che quando ci rivolgiamo al risparmio gestito abbiamo davanti, tendenzialmente, una società che si occupa di gestire appunto i capitali che vengono conferiti, tipicamente in forma di risparmio, da parte di una pluralità di piccoli e medi investitori.
Ci sono diversi tipi di strumenti di risparmio gestito, su tutti i fondi comuni di investimento, gli ETF, le gestioni patrimoniali, gli ormai quasi defunti fondi immobiliari e anche gli hedge funds, che sono però prerogativa di chi ha grossi capitali da investire.
La costante che raggruppa questo tipo di investimenti è la presenza di una società terza che, in virtù di un mandato, amministra questo tipo di beni, offrendo al contempo ai propri clienti i frutti dello stesso.
Come funziona il risparmio gestito
Il funzionamento del risparmio gestito è relativamente complesso, almeno per chi volesse comprenderne la funzionalità ad ogni tipo di livello. Dal lato del risparmiatore la questione si limita al conferimento di somme, talvolta periodiche, talvolta in soluzione unica, per l’acquisto di quote dell’interezza del portafoglio gestito appunto dalla società terza.
Siamo di fronte ad un sistema oggi reso estremamente popolare dalla commistione tra banche retail e gestori di investimento, che hanno tutto l’interesse a proporre strumenti che, come vedremo più avanti, pagano commissioni importanti, a prescindere dal risultato ottenuto.
Nel caso del risparmio gestito, inoltre, non saremo noi ad occuparci direttamente del nostro capitale: ci limiteremo a comprare una quota del fondo, oppure a conferire denaro in delle gestioni patrimoniali.
Il denaro successivamente sarà gestito da una società terza, che seguendo le regole che sono stabilite a livello contrattuale operano su diversi tipi di mercato.
I fondi in genere infatti investono nel mercato delle obbligazioni per la parte dedicata al risparmio cosiddetto sicuro, sul mercato delle azioni per quanto concerne invece il capitale di rischio, inserendo talvolta nel loro portafoglio anche contratti derivati su specifici asset, le materie prime nonché altri tipi di asset non convenzionali.
Non possiamo pertanto distinguere il mercato del risparmio gestito dal trading online classico per destinazione dei capitali. La differenza enorme è che non saremo noi a gestire direttamente, ma un terzo. Rimarrà pertanto in nostro potere soltanto la decisione di liquidare le nostre quote e rientrare in possesso dei nostri capitali – cosa che tra le altre cose è spesso sottoposta a penali importanti.
- Lettura integrativa consigliata: Guida completa alle azioni
Risparmio gestito e amministrato
La differenza tra risparmio gestito e amministrato in realtà non ha ragione di esistere, perché stiamo proverbialmente comparando le mele con le pere, ovvero due categorie del mondo della finanza che non hanno nulla a che vedere. Per quanto concerne il risparmio gestito, abbiamo già spiegato ampiamente quali sono le caratteristiche che deve avere un investimento di questo tipo.
Per quanto concerne invece il risparmio amministrato, ci si riferisce alla tassazione degli investimenti – e in questo caso il risparmio amministrato è in contrasto con il regime dichiarativo. In questo caso per l’appunto sarà l’intermediario a comportarsi come sostituto di imposta, calcolando le tasse e pagandole al posto nostro.
Principali prodotti di risparmio gestito
Come abbiamo detto in apertura, il risparmio gestito si è oggi moltiplicato nelle forme e sono diversi gli strumenti che possiamo effettivamente utilizzare tra quelli che fanno parte a pieno diritto di questa categoria.
ETF
Gli ETF sono la forma più semplice di risparmio gestito. Sono quotati infatti in borsa, sono regolamentati in modo stretto e non prevedono una grossa libertà da parte del gestore.
Gli ETF sono infatti definiti degli strumenti di risparmio gestito, ma a gestione semi-automatica. L’ETF infatti si limita a replicare l’andamento di un determinato paniere di beni, prefissato, con il grosso della gestione che è affidata appunto ad un algoritmo, che si preoccupa di offrire una replica, comprando e vendendo titoli per mantenere l’equilibrio di replica stesso.
Ci sono ETF sui principali indici di borsa, ETF sulle materie prime come gli ETF Petrolio e ce ne sono altri per comparto industriale. La costante di questi strumenti risiede nella gestione semi-automatica, che porta poi ad avere un monte di costi e commissioni decisamente basso.
Fondi comuni di investimento
I fondi comuni di investimento sono strumenti di intermediazione finanziaria che raccolgono capitali presso il pubblico, per poi gestirli come meglio ritengono, sempre nel rispetto di regole di base che sono fissate nel contratto di adesione.
Come gli ETF, anche il grosso dei fondi di investimento possono essere scambiati presso borse specifiche. Tra le altre cose i fondi comuni possono essere di diverso tipo, a seconda di quale sia il mercato principale di destinazione. Ne abbiamo di azionari, obbligazionari, liquidi, etc.
Hedge Funds
Per i piccoli investitori sono completamente fuori orizzonte, perché prevedono un investimento minimo a seconda dei paesi, che va dai 250.000 dollari ai 500.000 dollari. Una somma assolutamente fuori portata per il grosso dei nostri lettori.
Hanno un funzionamento relativamente simile, nella gestione, ai fondi comuni, anche se sono addirittura maggiormente liberi per la società di gestione.
Polizze vita
Qualcuno dei nostri lettori si stupirà nel trovare le polizze vita all’interno di una guida dedicata agli investimenti, seppur gestiti. In realtà però dietro il velo di prodotto assicurativo, possiamo trovare nelle polizze vita una vera e propria gestione del risparmio, che è in tutto e per tutto identica a quella dei fondi.
Con le polizze unit linked, poi, abbiamo appunto una gestione che investe direttamente in fondi, diventando spesso una gestione della gestione.
PAC
Abbiamo già parlato dei PAC, che sono dei Piani di Accumulo Capitale, nati per offrire ai risparmiatori la possibilità di versamenti periodici. Rimandiamo al nostro approfondimento per chi volesse saperne di più, specificando però qui ancora una volta che quando parliamo di PAC, stiamo parlando di prodotti gestiti e che hanno un costo, che funzionano, a livello di limiti per i gestori, similmente ai fondi comuni di investimento.
Fondi Pensione
Sono anche in questo caso capitali raccolti da terzi e gestiti per accrescerli e poi restituirli ai partecipanti. Hanno un funzionamento particolare nella misura in cui parte del capitale viene conferito come spesa previdenziale da parte dei privati.
Stanno avendo una discreta diffusione anche in Italia, anche se di strada da fare, rispetto a paesi che ne fanno praticamente il nucleo della futura previdenza, ce n’è ancora moltissima.
Fondi immobiliari
I fondi immobiliari investono in società immobiliari o direttamente in immobiliari, avendo come patrimonio liquido quello conferito, tramite l’acquisto di quote, da parte del pubblico.
Erano estremamente popolari prima della crisi del 2009, per poi quasi completamente sparire, con il grosso di questi che fallito, senza alcuna chance di ripresa.
Alternative migliori al risparmio gestito
Ci sono diverse alternative, per chi vuole evitare i canali classici del risparmio gestito, pur non avendo la gestione diretta e le decisioni in capo a chi fa trading in modo indipendente.
- CopyPortfolios di eToro
Puoi iscriverti gratis qui e provare il suo servizio in demo: si tratta di portafogli precostituiti di titoli che sono uniti tendenzialmente per comparto. Hanno un funzionamento molto simile a quelli degli ETF tematici, con la differenza che non hanno costi di gestione.
Sono un’alternativa sicuramente valida al mondo del risparmio gestito, soprattutto perché in grado di impattare sul nostro capitale – a livello di costi – in modo molto ridotto.
Recensione completa: eToro opinioni e recensione
- Trade.com – risparmio gestito
Trade.com (qui per il suo conto demo) è un broker partito inizialmente come rivenditore di CFD, che però negli ultimi anni ha enormemente ampliato l’offerta di prodotti finanziari, aggiungendo anche una sezione in Direct Market Access, nonché una scelta particolarmente importante di portafogli gestiti, in forma di portafogli tematici.
Ne sono presenti diversi, da quelli raggruppati per alti dividendi a quelli che raccolgono le principali obbligazioni a livello mondiale. Passando anche a quelli per l’energia pulita, quelli sull’acqua e quelli sulle consegne senza driver.
Un mondo di portafogli a costi molto ridotti rispetto a quelli che vengono generalmente offerti dalle banche.
Recensione completa: Trade.com opinioni e recensione
Capital.com è un broker di trading classico che però ormai da qualche tempo a questa parte permette di investire anche in prodotti di replica, come possono essere gli indici sulle principali borse.
Si tratta di titoli non in risparmio gestito ma che ne conservano comunque le caratteristiche positive di questo tipo di investimenti. Capital.com si può testare qui in demo gratuita, con capitale virtuale adeguato per controllare sia gli asset offerti, sia invece le possibilità offerte dalla piattaforma di trading che propone.
Recensione completa: Capital.com opinioni e recensione
Anche FP Markets è un broker di trading classico, che però offre degli strumenti che assomigliano molto da vicino a quelli di risparmio gestito. Anche presso questo broker infatti è possibile accedere a quelli che sono i migliori indici di borsa, che permettono per l’appunto di replicare l’andamento di un paniere di titoli fisso, proprio come gli ETF.
Si può testare qui in demo gratis con 100.000 euro di capitale virtuale a disposizione.
Recensione completa: FP Markets opinioni e recensione
Migliori banche per risparmio gestito
Quali sono le migliori banche per il risparmio gestito? Il settore si è fatto molto competitivo in Italia e sono diversi gli intermediari che possono rientrare in questa categoria.
Abbiamo dunque deciso di segnalare 5 diversi intermediari, tra cui uno sicuramente inaspettato per i nostri lettori, per andare per l’appunto ad indicare quelli dai quali, almeno a nostro modo di intendere la cosa, si dovrebbe partire per una buona ricerca di prodotti di questo tipo.
Banca Mediolanum offre un menù completo per quanto concerne il risparmio gestito, proponendo gestioni patrimoniali, fondi comuni di investimento, polizze unit linked e periodicamente anche PIR.
Un istituto solido, con una buona offerta di prodotti e commissioni che sono inferiori alla media di mercato. Sicuramente uno degli istituti consigliati in alternativa ai canali che abbiamo già segnalato.
Fineco offre invece la possibilità di ricorrere, per scaglioni a servizi tailored, ovvero creati su misura per le nostre esigenze. Si tratta comunque di sistemi di risparmio gestito 1:1 che sono aperti soltanto a chi investe cifre superiori ai 2,5 milioni di euro.
Per quanto concerne gli altri piani, abbiamo il piano Smart Investor, per chi investe fino a 50.000 euro, e Premium Investor, per chi rimane sotto i 500.000 euro di investimento. Prodotti che permettono di avere una gestione, se vogliamo, umana e non in forma di pacchetti preconfezionati come negli altri casi.
- Poste Italiane
Per certi aspetti non hanno davvero più nulla dell’Ufficio Postale e del collettore di risparmio classico. Da Poste Italiane è infatti possibile accedere a tanti prodotti in forma di polizze vita, fondi gestiti e comuni di investimento, nonché a piani simili ai PAC. I costi sono mediamente più bassi di quelli di mercato, ma occhio a quando acquistiamo tramite Poste prodotti gestiti da terzi.
CheBanca! è invece un gruppo bancario che propone, in larghissima parte, i prodotti in SGR (e dunque fondi comuni) della casa madre, ovvero di MedioBanca. La nota assolutamente positiva è che tramite questo istituto si pagano meno commissioni rispetto appunto al gruppo centrale, opportunità importante per chi vuole accedere al risparmio gestito.
Che banca propone anche dei piani di gestione a versamento periodico, nonché una gestione patrimoniale completa per chi dovesse avere bisogno di conseguire determinati obiettivi e soddisfare determinate necessità.
Gruppo che è tra i più importanti in Italia e che appunto tra i più forniti di prodotti in risparmio gestito. Fondi comuni di investimento, ETF, PAC, piani personalizzati, polizze unit-linked.
Dai listini offerti da Intesa San Paolo non manca praticamente nulla. Con un’avvertenza però: i costi sono quelli di una banca classica e dunque mediamente più alti delle soluzioni più moderne e liquide.
Risparmio gestito: Costi e commissioni
I costi e le commissioni sono la nota dolente del risparmio gestito e l’aspetto che potrebbero rendere il tutto molto meno conveniente del trading classico.
Certo, la comodità di poter investire senza doversi preoccupare di nulla, con un terzo, che ci si immagina come preparato, a cercare di ottenere profitti importanti sui mercati.
Tutto questo ha ovviamente un costo – e le commissioni di ciascun prodotto possono essere anche salate al punto tale da rendere negativo un investimento che sarebbe altrimenti in positivo.
- ETF
Sono di gran lunga lo strumento più conveniente per quanto concerne il risparmio gestito. Le commissioni, soprattutto su quelli enormemente liquidi e che puntano su mercati non esotici, partono dallo 0,10% annuo del capitale amministrato. Su prodotti maggiormente particolari, si può finire intorno al punto percentuale, anche se difficilmente si incontrano prodotti che superano lo 0.90%.
- Fondi comuni di investimento
Hanno costi nella forma di costi di gestione, nonché eventualmente una piccola commissione su quanto c’è di guadagnato, ovvero in termini di aumento di capitale.
Le spese annue possono facilmente superare il 2%, somma molto alta che dovremmo considerare con particolare attenzione prima di acquistare anche una singola quota di questo tipo di prodotti.
- PAC
Sono nati per i piccoli risparmiatori, ma talvolta il dubbio è che in realtà siano nati per gestori e banche. Anche in questo caso i costi infatti possono farsi estremamente importanti, con tutto quello che questo comporta in termini di possibilità di rendimento sul medio e lungo periodo.
- Polizze unit-linked
Sono il prodotto assolutamente più caro tra quelli che sono appunto disponibili in risparmio gestito. Perché sono collegati a dei fondi comuni, che richiedono il pagamento delle commissioni di cui sopra e in aggiunta sono accompagnati a polizze assicurative integrate, che hanno pure queste un costo.
Si può schizzare sopra quota 3% annuo su determinati prodotti. Anche qui il costo è assolutamente da tenere in considerazione prima di versare anche soltanto 1 euro.
- Risparmio gestito diretto
Non esistono commissioni generalmente applicabili a questo tipo di prodotto, che è in genere custom, nel senso che il nucleo dei servizi offerti viene stabilito di volta in volta, così come in genere di volta in volta vengono stabiliti i compensi da riconoscere al gestore.
Risparmio gestito tasse
Tutto il risparmio gestito è in modalità amministrata, il che vuol dire che il gestore e intermediario si preoccuperà di calcolare le tasse e dunque di versarle al posto nostro, prelevandole dal nostro guadagno. Alcuni strumenti, vedi i PAC, sono sottoposti talvolta a regime fiscale di favore, senza che però possa esserci garanzia che tali misure possano essere ripetute in futuro.
Il pagamento in modalità amministrata – come abbiamo spiegato nella nostra guida alle tasse nel trading – pone in realtà problemi importanti in termini di sottrazione delle minusvalenze, che consigliamo a tutti di tenere in debita considerazione prima di avventurarsi in questo particolare settore di investimenti.
Considerazioni finali
Il risparmio gestito può sicuramente essere comodo, ma come tutte le comodità della vita ha dei costi incorporati che vanno sicuramente tenuti in considerazione.
Non siamo noi a poter decidere, al posto dei nostri lettori, se il gioco possa valere la candela. Ci siamo limitati, come sempre, ad indicare in trasparenza i punti di forza e quelli di debolezza di una soluzione del genere. Punti di forza e di debolezza che dovranno essere debitamente tenuti in considerazione prima di prendere una decisione.
FAQ Risparmio gestito: domande frequenti
È una tipologia di risparmio che prevede la gestione del capitale da parte di terzi, tramite diversi strumenti.
Fondi comuni, PAC, ETF, nonché fondi immobiliari, polizze vita (unit linked e non), fondi pensionistici.
Dipende. Chi preferisce essere libero nella scelta e pagare commissioni contenute dovrà guardare necessariamente a delle alternative.
Dipende dallo strumento. I costi vanno dallo 0,10% del capitale versato fino ad oltre il 3%.
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