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Pivot Point: Cosa Sono e Come Funzionano [Segnali Grafici]

Nell’ambito dell’analisi tecnica i Pivot Point rappresentano una delle armi principali per individuare supporti e resistenze, sostenendo in maniera decisiva non solo le previsioni sul lungo periodo ma fungendo da strumento di verifica per numerose strategie operative.

Tuttavia, nonostante l’importanza di questo indicatore, sono moltissimi i principianti che non sanno come calcolarlo, come servirsene o addirittura ne ignorano l’esistenza.

Tra gli indicatori di trading, i Pivot Point sono quelli che giocano, più di tutti, un ruolo di supporto all’analisi tecnica, permettendo di correggere o confermare gli studi realizzati su un asset.

La guida di oggi vuole essere un’efficace introduzione all’uso dell’indicatore sui mercati finanziari. Inoltre, saranno offerti spunti molto interessanti anche per chi ha già dimestichezza con i Pivot Point, in quanto saranno riportati grafici e casi pratici di utilizzo su diversi asset. In particolare la guida illustra:

  • cosa sono i Pivot Point;
  • come calcolarli;
  • quali sono le diverse varianti;
  • in quali strategia è meglio applicarli.

Inoltre, suggeriremo anche alcuni broker che calcolano automaticamente i punti Pivot, il che può facilitare e velocizzare di molto l’attività di analisi.

Tipologia:Indicatore Grafico
👌Affidabilità:Alta
📱Come imparare:🥇Migliori conti demo gratuiti
👍Voto:4,8/5
📖Varianti più diffuse:Carmarilla, Fibonacci e Woodie
Caratteristiche principali Pivot Point

Cosa sono i Pivot Point

I Pivot Point sono degli indicatori che permettono di individuare con precisione i livelli di supporto e resistenza riferiti alla prossima sessione di mercato. Pertanto, sono legati principalmente all’attività di investimento intraday o comunque di medio periodo.

Ovviamente rilevare con precisione i livelli di supporto e resistenza è vitale per prevedere i trend successi a quello che stiamo analizzando, e ciò è permesso dalle formule matematiche correlate ai Pivot Point. Difatti, una volta rilevati i livelli di resistenza e supporto sarà più semplice capire come impostare Take Profit e Stop Loss.

I Pivot Point, uno degli indicatori più utilizzati
L’indicatore Pivot Point è uno strumento utilissimo per la gestione del rischio dei propri investimenti. L’analisi e la guida completa a cura di Investimentifinanziari.net

I Pivot Point, in base al diverso settaggio, permettono di individuare diversi tipi ti resistenze e supporti:

  • supporti e resistenze fissi;
  • supporti e resistenze semi-dinamici;
  • supporti e resistenze dinamici.

Ovviamente ci sono mercati più indicati per questo tipo di analisi algoritmiche: il Forex in primis, terra di conquista per moltissimi trader intraday, ma i Punti Pivot restano ben utili con qualsiasi asset.

Dove utilizzare i Pivot Point: migliori piattaforme consigliate

L’indicatore Pivot Point è tanto utile quanto sensibile. Un errore o un ritardo nel calcolo dei suoi livelli, infatti, può portare ad un’errata valutazione del grafico e, conseguentemente, ad una previsione di trading alterata. Per questo motivo consigliamo caldamente di far riferimento solo alle migliori piattaforme di trading online che dispongono di strumenti tecnici di analisi.

Ecco una lista di broker (dotati di demo gratuita) per provare i Pivot Point:

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Pivot Point: come si calcola?

Partiamo subito con il dire che non è essenziale saper calcolar autonomamente i punti Pivot, poiché, come anche vedremo nel paragrafo successivo, molte delle migliori piattaforme trading calcolano in automatico questi parametri.

Tuttavia, come molti professionisti ben sanno, conoscere le formule è comunque molto importante, poiché ci permette di capire meglio come funzionano questi indicatori e cucire intorno ad essi le giuste strategie. Inoltre, una comprensione teorica dei punti Pivot ci aiuterà ad agire in maniera più efficace a seconda delle situazioni particolari che si presenteranno sui mercati.

Per compiere il calcolo avremo prima di tutto bisogno di estrarre dai grafici i seguenti dati:

  • il prezzo massimo (H);
  • il prezzo minimo (L);
  • il prezzo di chiusura (C).

A questo punto potremo ricavare il prezzo medio (Average Price) con la seguente formula:

AP=HCL/3

Una volta ottenuto il prezzo medio possiamo finalmente ottenere i vari livelli di supporti e resistenze che ci interessano semplicemente applicando le seguenti formule:

  • Supporto 1: S1 = (2*AP) – H;
  • Resistenza 1: R1 = (2*AP) – L;
  • Supporto 2: S2 = AP – (R1-S1);
  • Resistenza 2: R2 = (AP-S1) + R1;
  • Supporto 3: S3 = L – 2*(H-AP);
  • Resistenza 3: R3 = H + 2*(AP-L).
Pivot Point sul grafico: livelli e calcolo
I livelli individuati dai Pivot Point sono calcolati in base al numero di periodi precedenti e al timeframe

Attraverso questi dati è possibile comprendere in quale modo i Pivot Point interagiscono con il grafico e, di conseguenza, quale valore apportano al fine di prevedere l’andamento futuro di un asset. I calcoli finora riportati, oltre ad essere svolti in automatico dalle piattaforme sopra riportate, fanno comunque riferimento alla tipologia di punti Pivot standard, che non è però l’unica. Le varianti più comuni dei Pivot Point sono quelle trattate nei successivi paragrafi.

Pivot Point con il metodo Camarilla

Questa variazione è stata per la prima volta introdotta da tale Nick Scott nel 1999. L’assioma di base di questo metodo dice che i prezzi tendono a ritornare entro il Pivot Centrale, e dunque ad essere attirati dalla propria media. Il metodo Camarilla è utilizzato in particolar modo per il trading intra-day dato che il calcolo viene aggiornato di giorno in giorno in base ai livelli delle 24 ore precedenti.

La variazione sul calcolo standard si basa sull’assioma della tendenza al Pivot Centrale e ciò che ne deriva in generale è una conformazione dell’indicatore che Nick Scott applicò prevalentemente al mercato obbligazionario. I trader odierni che fanno uso della variazione Camarilla solitamente tendono ad applicarla alle materie prime e in particolare ai metalli preziosi.

Pivot Point con il metodo Woodie

Questa variante applica una diversa formula per calcolare il Pivot Medio, ovvero:

P = [H + L + (2 * C)] / 4

In questa formula, differentemente dalla variante standard, non viene preso in considerazione il prezzo di chiusura, sostituito da un doppio prezzo di entrata. In questo modo si dovrebbe cogliere con precisione il sentiment dei mercati.

Il lato negativo è che, dando meno rilievo ai livelli di chiusura del titolo, i Pivot Point Woodie tendono a risultare meno precisi in occasioni di elevate volatilità. Ecco perché vengono per lo più applicati in occasione di strategie di trading online particolari come lo Swing Trading o lo Scalping, le quali fanno più affidamento su oscillazioni controllate che su trend dominanti.

Pivot Point con il metodo Fibonacci

Ideato dallo storico matematico toscano, il metodo di Fibonacci è in grado di restituirci con precisione i livelli di support e resistenza, aiutandoci a comprendere i futuri trend dell’asset in questione.  Le formule per esteso sono:

  • Resistenza 3 = Pivot + 1.000 * (H – L);
  • Resistenza 2 = Pivot + 0.618 * (H – L);
  • Resistenza 1 = Pivot + 0.382 * (H – L)
  • Pivot Centrale = (H + L + C) / 3;
  • Supporto 1 = Pivot – 0.382 * (H – L);
  • Supporto 2 = Pivot – 0.618 * (H – L);
  • Supporto 3 = Pivot – 1.000 * (H – L).

I Pivot Point Fibonacci risultano essere particolarmente utili a studiare le variazioni dei prezzi di un asset in occasione dei trend dominanti, specie dato che la successione numerica del Fibonacci (sulla quale si basano) si incentra proprio sul riconoscere i momenti di sviluppo dei trend. Un consiglio che viene dato solitamente è quello di applicare questa variante dei Pivot Point insieme ai Ritracciamenti di Fibonacci.

Come usare i Pivot Point

Una volta approcciato un grafico e ricavati i Pivot Point, potremo quindi delineare la giusta strategia in riferimento a ciò che le condizioni di mercato riferiscono. Partiamo dalle indicazioni più elementari che ci può fornire questo tipo di grafici:

  • Abbiamo un segnale di rialzo, quando una candela sfonda la linea di Resistenza 1;
  • Abbiamo un segnale di ribasso, quando una candela sfonda la linea di Supporto 1;
  • Abbiamo un segnale di inversione, quando una candela tocca la Resistenza 1 o Supporto 1 senza sfondarla.

Tuttavia, le casistiche sono davvero molteplici: potremmo avere un segnale di acquisto anche quando un movimento ribassista rimbalza su una linea di supporto. Un secondo caso particolare è il seguente: quando il titolo apre sotto il livello di Supporto 1 per poi chiudere al di sopra di questa linea. In questo caso avremo una situazione di ipervenduto. Ciò vuol dire che il titolo sta attraversando una fase di sottostima che andrà presto a riequilibrarsi.

Viceversa, possiamo avere un segnale di vendita quando un trend rialzista rimbalza sulla linea di resistenza. In questo caso avremo un segnale di vendita, poiché si preannuncia un movimento ribassista. Altro segnale di vendita, speculare a quello visto in precedenza, lo abbiamo quando un titolo apre sopra il livello di resistenza e chiude al di sotto di essa. Anche qui avremo una fase di ipercomprato, che sarà presto riequilibrata dalle forze del mercato con un’inversione di trend.

Infine, tra le nozioni elementari che possono darci i Pivot Point non possiamo non far menzione dei segnali in apertura, utilissimi per le contrattazioni a breve termine. Quando i mercati aprono, in linea di massima, i prezzi tendono a gravitare intorno al Pivot centrale. Quando abbiamo un prezzo che apre leggermente sopra questo livello abbiamo un segnale di forza, che probabilmente incontrerà un trend rialzista nel breve periodo.

Al contrario, se il titolo apre al di sotto di questo livello, potremmo interpretare ciò come un segale di debolezza, andando a sviluppare una strategia ribassista. Tutto ciò sono delle indicazioni utili, ma che possono essere sempre smentite dalle situazioni particolari del mercato. Le eccezioni, dopotutto, sono all’ordine del giorno ed è bene non essere mai troppo “dogmatici quando ci si approccia ai mercati finanziari.

Individuare i Breakout con i Pivot Point

Un’altra importante situazione da conoscere è il così detto Breakout, che si ha quando una resistenza o un supporto vengono violati. A questa situazione possiamo ovviamente applicare diverse strategie.

Prima di tutto, come individuare un possibile breakout? Generalmente, nel periodo di contrattazione abbiamo bassa volatilità, testimoniata da candele molto sottili. In questa fase è difficile delineare un trend ed una conseguente strategia di trading.

Quando le candele iniziano ad essere di volume maggiore la possibilità che avvenga un breakout aumentano sensibilmente. Quando una di queste candele sfonda un livello di resistenza o supporto avremo un segnale. Ma vediamolo con qualche esempio pratico tratto dal conto demo gratuito di eToro:

breakout sulle azioni Amazon con i Pivot Point
Esempio di breakout sulle azioni Amazon, confermato dalla Media Mobile

Come possiamo notare dall’immagine qui sopra, dopo una canonica fase di contrattazioni, in cui non troviamo nessuna candela voluminosa e pertanto non viene delineato alcun trend dominate, si verifica un breakout che sfonda il supporto e segnala un trend negativo che puntualmente si verifica. Tuttavia, non sempre ciò avviene, e qualche volta possiamo avere dei falsi segnali, come rappresentato dall’immagine seguente, tratta sempre dal conto demo gratis offerto da eToro:

Falsi segnali con i Pivot Point
Per riconoscere i falsi segnali di breakout, la Media Mobile è lo strumento predefinito

Anche in questo caso, dopo la fase di contrattazione, abbiamo una presunta violazione della resistenza, che dovrebbe dunque portare ad un trend rialzista. Tuttavia, ciò non avviene. Questo perché il trend non aveva abbastanza forza, come testimoniato dalle medie mobili, un indicatore che vedremo in breve. La candela non è di un volume significativo, e ciò può farci notare i falsi segnali come questo.

Ad ogni modo, in un caso del genere l’utilizzo di altri indicatori di fianco ai Pivot Point, come nell’immagine, può essere di vitale importanza, pertanto andremo ad approfondire sinteticamente l’argomento nel prossimo paragrafo.

Indicatori utili da abbinare ai Pivot Point

I Pivot Ponti sono ottimi indicatori e di per sé completi. Tuttavia, abbiamo visto come in alcune situazioni possano non bastare a delineare con precisione un trend. Pertanto, può essere molto utile abbinarli ad altri indicatori che vanno a completare l’analisi attraverso la considerazione di altri aspetti rilevanti del titolo.

Una vera e propria regola su quali indicatori abbinare ai Pivot Point non esiste, dunque teoricamente potremmo utilizzare le combinazioni che più ci aggradano. Tuttavia, è bene ricordare di non “sporcare” eccessivamente il grafico, rendendo il tutto poco leggibile. Da scartare soprattutto tutti gli indicatori che vanno ad intervenire sulle candele giapponesi, che si andrebbero ad accavallare ai punti Pivot, anch’essi relazionati alle candele.

Ecco allora i migliori indicatori da abbinare con i Pivot Point:

  • Medie Mobili: le Medie Mobili sono ottimi indicatori da abbinare ai Pivot Point, poiché agiscono in relazione ai livelli di resistenza e supporto senza essere invasivi. Come abbiamo anche visto nel paragrafo precedente, risultano utilissimi per inquadrare con maggiore precisione i segnali di ingresso sul mercato;
  • Stochastic Momentum Index: presentato per la prima volta nel 1993 da William Blue l’SMI è un oscillatore con il quale gli investitori possono capire il livello attuale delle quotazioni nei confronti della gamma (o range) di prezzi più recente. Anch’esso, quindi, si rivela molto utili per investimenti intraday, e si comporta molto bene proprio in simbiosi con i Punti Pivot;
  • MACD: il Moving Average Convergence/Divergence è un indicatore il quale mostra la convergenza o la differenza delle medie mobili. In questo modo riusciremo a valutare anche un aspetto non preso in considerazione dai Punti Pivot, ossia i volumi.

Questi i migliori indicatori da abbinare ai Pivot Point, ma quali sono quelli altamente sconsigliati?

Indicatori sconsigliati da abbinare ai Pivot Point

Prima di proseguire con l’elenco, ricordiamo che si tratta unicamente di direttive indicative. Come detto, chiunque può abbinare gli indicatori come preferisce, tuttavia ci sono combinazioni sicuramente più efficienti di altre. I prossimi indicatori sono molto confusionari quando venissero abbinati ai punti Pivot, e spesso assolutamente pleonastici:

  • Nuvole di Ichimoku: parliamo di uno degli indicatori meno utilizzati, soprattutto in occidente. Ideato da tale Ichimoku Sanjin negli anni ’60, hanno fama di essere un indicatore abbastanza completo ma decisamente refrattario a combinazioni con altri strumenti per l’analisi tecnica;
  • Bande di Bollinger: uno degli indicatori di volatilità più utilizzati, risulta molto utile anche per riscontrare le fasi di iper-comprato ed iper-venduto. Forniscono un servizio molto simile ai Pivot Point e dunque risulta superfluo utilizzare entrambi in contemporanea;
  • Indicatore Alligator: questo indicatore ci permette di definire e prevedere un trend grazie alla rappresentazione delle medie mobili. Graficamente risulta denso di linee che potrebbero creare molta confusione combinati con i Punti Pivot;
  • Canali di Donchian: ideate dal celebre investitore Richard Donchian, si tratta di un indicatore utili per cogliere segnali di entrata nei mercati, ma finisce per essere del tutto superfluo in combinazione con i Punti Pivot.

Pivot Point: considerazioni finali

Dopo la nostra disamina su questo importantissimo indicatore, concediamoci qualche considerazione finale sull’argomento. I Punti Pivot devono essere presenti nell’arsenale di ogni trader che si rispetti, poiché, come abbiamo avuto modo di vedere, possono risultare utilissimi per cogliere resistenze e supporti con precisione.

Per quanto si possa dire sulla completezza di questo strumento, dobbiamo comunque precisare che può restituirci dei falsi segnali di tanto in tanto. Il consiglio è quello di non valutare un asset solo ed esclusivamente attraverso l’analisi tecnica, ma di tener sempre presente il comportamento del titolo a 360°. Ciò, ovviamente, vale per qualsiasi indicatore, che per quanto utile e completo, non sarà mai del tutto oracolare.

Per ciò che riguarda più strettamente i Pivot Point, può essere una buona idea tralasciare dei titoli che mostrano una volatilità eccessivamente incostante o elevata. Il mercato è denso di opportunità e in alcuni casi la pazienza può essere il miglior alleato di un trader.

Soprattutto da evitare un classico errore da trader novizio: innamorarsi di alcuni titoli, ignorando tanto le informazioni provenienti dall’analisi tecnica quanto le regole fondamentali della psicologia di trading. In linea di massima ogni atteggiamento “sentimentale” o emotivo nei confronti del trading online è da scartare in maniera assoluta, poiché certamente perdente su lunghi periodi

FAQ Pivot Point: domande frequenti

Cosa sono i Pivot Point?

I Pivot Point sono un indicatore impiegatissimo per individuare i livelli di Supporto e Resistenza proattivi. L’adattabilità dei livelli in base al timeframe e al numero di periodi considerati permette un elevato numero di applicazioni anche per investimenti sul lungo periodo.

I Pivot Point sono affidabili?

I Pivot Point sono certamente affidabili, tuttavia non oracolari. Ogni trader deve sviluppare una buona capacità di comprensione della situazione così da non farsi ingannare da ipotetici falsi segnali.

Calcolare manualmente i Pivot Point è di qualche utilità, o è meglio affidarsi a quelli forniti dalla piattaforma?

Dipende dalla qualità della piattaforma. Le migliori piattaforme di trading che siamo soliti consigliare ai nostri lettori permettono di compiere questi calcoli in maniera automatica. Tuttavia, è bene conoscere queste formule per una migliore comprensione dei mercati e del loro funzionamento.

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