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Panic Selling

Il Panic Selling è la situazione che si verifica quando un largo numero di investitori vende lo stesso titolo per grandi quantità, causando un forte ribasso di prezzo.

Come è intuibile dal nome, siamo davanti ad una possibilità che si verifica tendenzialmente sotto la spinta del panico, che può essere causato da una crisi generalizzata dei mercati, oppure ancora di notizie importanti che sono collegate al valore dell’asset stesso. È una situazione particolarmente complicata, soprattutto per chi ha già posizioni aperte sul titolo in questione e potrebbe perdere l’attimo giusto per liberarsene, incassando perdite molto importanti.

Colpisce tendenzialmente il mercato azionario, che sono maggiormente esposte a questo tipo specifico di dinamica, anche se non è raro registrare panic selling anche in altri mercati.

Conoscere le dinamiche che possono portare al panic selling e gli strumenti operativi che abbiamo per contenere i danni (o addirittura generarvi un profitto) è parte del bagaglio fondamentale di conoscenze del quale potrebbe e dovrebbe essere padrone un investitore autonomo.

Panic Selling – Introduzione argomento:

Cos’è:Situazione di paura generale del mercato in cui i possessori di quote investite, vendono in massa.
💡Consigli:Investire al ribasso
👍Prodotti consigliati:CFD (Contratti per differenza)
🥇Piattaforme:Migliori piattaforme CFD
Cos’è, come funziona e come sfruttare la condizione di mercato definita “Panic Selling

Panic Selling cos’è: definizione

Il Panic Selling è un evento ricorrente nelle borse e nei mercati finanziari, che comporta la vendita da parte di diversi soggetti e per grandi quantità di un determinato titolo finanziario. Questo tipo di vendita porta il prezzo del titolo in basso molto rapidamente.

Panic Selling in borsa - cos'è e cosa bisogna fare / l'analisi completa di Investimentifinanziari.net.
Il panico è un classico dei mercati, che può portare a vendite diffuse e crash dei titoli

È un evento che si ripropone in modo relativamente frequente sui mercati azionari e – con frequenza leggermente minore su altri tipi di mercato. Un evento che tutti gli investitori temono e la cui comprensione profonda non può che passare da una scomposizione dei diversi elementi che la compongono.

  • Evento ricorrente

Perché appunto il Panic Selling si verifica non solo in caso di crisi sistemiche (che comunque sono relativamente frequenti), ma può colpire anche un solo titolo o un solo comparto, senza che ci sia una crisi sistemica in corso. Questo dovrebbe rendere molto semplice comprendere il perché i Panic Selling sono un evento ricorrente e non un caso sporadico che si verifica durante le (poche) crisi sistemiche del capitale a livello internazionale.

  • Vendita da parte di diversi soggetti

Questa caratteristica del Panic Selling ci aiuta a distinguerlo dalle grosse vendite che uno o pochi soggetti possono fare di un determinato titolo, evenienza che può sicuramente avere impatto sul prezzo ma che non innesca un Panic Selling. In presenza di quest’ultimo infatti sono tantissimi i soggetti che procedono con una vendita immediata, al primo prezzo disponibile.

  • Per grandi quantità

Di fronte ad una vendita panico – così potremmo tradurla in italiano – in generale ci si libera di tutti i titoli di un determinato tipo che possiamo avere in portafoglio. Il desiderio del grosso dei partecipanti durante un evento del genere è di liberarsi il prima possibile di tutte le posizioni inerenti il titolo che sta subendo il Panic Selling.

  • In simultanea

Quando si scatena un Panic Selling tutti provano a vendere il titolo in simultanea, accontentandosi in genere del primo prezzo disponibile, anche se questo dovesse comportare delle perdite enormi. Questo vuol dire che in genere il panic selling può consumarsi nel giro anche di pochi minuti di scambio, anche se i suoi effetti – vedremo anche questo – possono essere particolarmente duraturi.

Spiegazione finanziaria di “Panic Selling”

Le implicazioni economico-finanziarie del Panic Selling sono sicuramente importanti e non esattamente intuitive. Ci sono diverse considerazioni da fare a riguardo che da un lato ci aiuteranno a capire come funziona il Panic Selling, dall’altro invece a capire come, se e quando i mercati siano razionali o meno.

  • Trading emozionale

Panic Selling sembrano essere la dimostrazione incontrovertibile del fatto che i mercati siano in realtà più emozionali che razionali. In realtà dalle spiegazioni successive si renderà evidente il fatto che spesso durante un Panic Selling la cosa razionale è proprio… seguire la corrente.

Se ad innescare questi eventi è in genere un evento emozionale, come una brutta notizia o qualcosa che faccia improvvisamente perdere fiducia in un settore o in un mercato intero, in realtà successivamente all’innesco di queste procedure, non rimane molto da fare che seguire la corrente e provare a vendere ad un prezzo più alto del minimo che verrà toccato dal titolo.

  • Opportunità di rimbalzo

Il Panic Selling ha insegnato a molti anche un’altra verità praticamente incontrovertibile: i mercati si aggiustano costantemente verso il prezzo giusto e nel caso in cui il Panic Selling abbia portato il valore di un titolo verso valori irrazionali rispetto al vero valore dell’azienda, il titolo tendenzialmente rimbalzerà, superato il momento di panico.

Dow Jones 30 panic selling
Dopo tre giornate di panic selling nel Marzo 2020, il Dow Jones 30 ha avuto segnali di timidi rimbalzi. A distanza di 7 mesi non siamo però ancora sui livelli precedenti al Marzo 2020.

Questo però apre a considerazioni ulteriori che non sono né semplici né pratiche: è infatti assolutamente difficile rendersi conto di quando si sia raggiunto il picco di perdite per un titolo e quando dunque si sia creato lo spazio per un rimbalzo, che potremmo pertanto sfruttare tornando a comprare il titolo.

  • Le borse non sono neutre – e non lo sono neanche i governi

Quasi tutte le borse del mondo hanno meccanismi per interrompere il Panic Selling almeno sul breve periodo. La sospensione per eccesso di ribasso viene attivata in genere dalla borsa di scambio del titolo stesso, anche se le cose si fanno decisamente più complicate quando ad essere colpito è l’intero mercato.

Talvolta le autorità di controllo, come CONSOB, proibiscono inoltre la vendita allo scoperto, per cercare di arginare almeno parzialmente il fenomeno. Sebbene sia dimostrato accademicamente che questo non riesce a preservare il prezzo del titolo sul lungo periodo, tali decisioni vengono ancora prese molto di frequente in caso di crisi sistemiche da autorità – principalmente europee.

Abbiamo assistito alla sospensione della vendita allo scoperto sui titoli in panic selling (e talvolta su intere borse) anche durante l’ultima crisi del Marzo 2020 – conseguente all’espandersi dell’epidemia di COVID.

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Cosa fare quando c’è panico sui mercati?

Decidere cosa fare in un momento così concitato non è sempre facile. Chi dovesse avere una certa abilità a muoversi in determinate situazioni di mercato si troverebbe rapidamente ricco e potrebbe anche pensare di sospendere le sue attività in tempi normali.

Tuttavia, nessuno riesce a galleggiare appieno su questo tipo di eventi, che per loro stessa definizione sono particolarmente imprevedibili e dalla portata non facilmente calcolabile. Ci sono comunque strumenti che vengono messi a disposizione soprattutto dai broker trading di azioni in CFD, che permettono di affrontare questo tipo di situazioni anche a caccia di qualche profitto.

  • Vendita allo scoperto

È uno strumento che oggi è accessibile ai piccoli e medi investitori grazie ai contratti per differenza. Con un broker come eToro (che offre anche azioni a zero commissioni) diventa possibile con un solo click prendere posizione short, tramite la quale per l’appunto possiamo guadagnare dal ribasso del valore di un titolo.

Questo a patto che CONSOB e altri enti omologhi in altri Paesi non intervengano, come è successo nel Marzo 2020, per impedire le vendite allo scoperto. Un’eventualità che può essere concreta soprattutto in Europa – negli USA invece tendenzialmente si preferisce lasciare al mercato la soluzione anche di questo tipo di crisi.

  • Chiudere immediatamente le posizioni

Chi dovesse avere un’esposizione importante verso titoli che sono oggetto di Panic Selling, è forse inutile anche sottolinearlo, dovrebbe chiudere tutte le posizioni, cercando di ottenere un prezzo più alto del picco negativo che il titolo toccherà. Non è semplice quando c’è in corso una vendita dettata dal panico che è generalizzata e che vede arrivare sul mercato ordini di vendita per grossi volumi.

In questo caso sempre i CFD possono essere di leggero aiuto – perché perfettamente liquidi per loro stessa essenza. Vale però un’importantissima avvertenza anche in questo specifico aspetto: i broker CFD tendono ad aumentare lo spread durante fasi particolarmente concitate di mercato. Questo vuol dire che durante un Panic Selling, la possibilità di avere a disposizione la liquidità perfetta offerta dai broker CFD ha un costo maggiore.

Sempre comunque vantaggioso rispetto all’avere una liquidità che durante questi momenti – in DMA (Direct Market Access) – rischia di diventare praticamente nulla, a meno di non accontentarsi di vendere a prezzi molto al di sotto di quelli che potremmo realizzare in CFD.

  • Aspettare sì, ma fino a quando?

C’è sempre una fine del tunnel e per il Panic Selling il rimbalzo è quasi una costante. Si potrebbe pensare che una strategia attendista possa essere quella giusta da seguire. In realtà non abbiamo alcun tipo di certezza in questo senso.

VIX/VXX andamento marzo 2020 panic selling
L’indice VIX/VXX ha un andamento antitetico rispetto al panic selling

Non sappiamo a che punto siamo della discesa e non possiamo sapere quali siano i valori del futuro prossimo del titolo. Il rischio è quello di non vendere per tempo e ritrovarsi appunto con un titolo in portafoglio che vale anche la metà rispetto a quanto avremmo potuto realizzare con una vendita tempestiva.

Panic selling: “tutti vendono… io compro?

Il Panic Selling può aprire ad ottime prospettive di guadagno, soprattutto per chi si trova con la concreta opportunità di poter acquistare a prezzi bassi prima di un rimbalzo.

Tecnicamente vengono chiamati bottom fishers, che vuol dire appunto pescatori di fondo. L’opportunità è tanto più concreta quanto in realtà la notizia che ha dato il via al Panic Selling è in realtà infondata. È un’operazione che sebbene potenzialmente molto redditizia, presenta comunque delle difficoltà oggettive che vanno attentamente valutate da parte di chi vuole approfittare proprio di questo tipo di opportunità.

  1. Non sappiamo quanto a lungo sarà la corsa verso il basso del titolo

Il che vuol dire che potremmo decidere di puntare su di un rimbalzo quando un rimbalzo in realtà non ci sarà prima di ulteriori ribassi. In quel caso ci troveremmo con un titolo in pancia dal prezzo di acquisto molto più alto rispetto a quanto varrà di lì a poco.

  1. Non possiamo saper con certezza se il rimbalzo ci sarà.

In realtà infatti non sono rari i casi in cui in realtà il rimbalzo non si verificherà, oppure sarà di entità tale da non vale in alcun modo il rischio.

MSCI WORLD migliori azioni marzo 2020 panic selling
Il grafico di MSCI World, che spiega bene perché il rimbalzo potrebbe non esserci, almeno nell’immediato

Queste manovre devono essere assolutamente considerate per quello che sono: ovvero delle manovre altamente speculative e che sono tra le più rischiose che potremmo affrontare nella nostra vita di trader.

Ulteriori consigli utili

Non riteniamo che le mosse altamente speculative siano economicamente o moralmente abiette. Sono manovre di mercato normalissime che devono essere però considerate come tali, ovvero manovre altamente speculative e dunque decisamente piene di rischi.

Vale comunque la regola fondamentale dei mercati finanziari e dell’economia, ovvero della relazione inscindibile tra grandi rischi e potenziali grandi guadagni.

I nostri consigli però non possono essere che destinati a tutti, anche a quelli investitori che hanno una fortissima propensione al rischio:

  • Non è il momento ideale per investire con leva alta

Broker come Capital.com (qui in demo gratis) e tutti gli altri che offrono contratti CFD offrono leve al massimo consentito da ESMA, che possono essere molto allettanti di fronte a manovre del genere, perché finirebbero per moltiplicare gli eventuali guadagni. Siamo però di fronte a momenti particolarmente concitati per i mercati e caratterizzati da grandissima volatilità. Aumentarla tramite leva non è, praticamente in nessun caso, una buona idea.

  • Fare hedging è comunque utile

Ci si può proteggere da posizioni particolarmente esposte ricorrendo a strategie di hedging. Anche se queste possono ridurre il profitto che si ottiene con operazioni durante il Panic Selling, il nostro consiglio è quello di schermarsi comunque. Non sono rari gli errori di impostazione e di intuizione durante queste fasi e avere una strategia B per proteggersi è necessario.

  • Si può puntare anche sulla volatilità, invece che sul rimbalzo

Ricordiamo inoltre che esistono titoli che replicano l’indice VIX/VXX, che misura la volatilità dei mercati. Questo indice, durante le operazioni di Panic Selling non può che salire molto rapidamente verso l’alto, come è dimostrato dal suo comportamento durante l’ultima crisi del Marzo 2020.

  • Investire comunque su titoli di lungo e lunghissimo periodo

Fare i bottom fisher è sicuramente una buona strategia. Per farla fruttare al meglio però consigliamo a tutti di scegliere titoli che abbiamo comunque delle prospettive di lungo e lunghissimo periodo. In questo caso potremmo mettere in portafogli diversi titoli che avranno ritorni importanti, perché comunque di aziende solide che stanno affrontando un brutto momento soltanto a causa del Panic Selling.

Relazione tra investimenti e psicologia

Per molti il panic selling è la dimostrazione della completa irrazionalità dei mercati e dunque dell’importanza della conoscenza delle psicologia – soprattutto delle masse, per chi vuole investire.

In realtà sicuramente la psicologia del trading deve essere coinvolta a vario titolo mentre ci si prepara ad affrontare questo tipo di eventi, principalmente per i fattori seguenti:

  • È facilissimo andare in tilt durante situazioni del genere

Quando c’è alta volatilità, quando si vede il proprio portafoglio magari anche dimezzato, è più che comprensibile andare in tilt. È proprio quello però che non dovrebbe succedere, perché appunto il tilt è padre di decisioni sbagliate, che in momenti così concitati del mercato si rivelano particolarmente disastrose.

  • Il tema del salmone

Se ne parla purtroppo troppo poco spesso, ma qualcuno ha la personalità del salmone, ovvero quella di un pesce che ama andare controcorrente. Se è vero che questo comportamento può essere foriero di enormi guadagni, è altrettanto vero che nel 99% dei casi è invece antecedente a disastri patrimoniali enormi.

Questo è doppiamente vero durante un Panic Selling, che può appunto portare chi si muove controcorrente con le tempistiche sbagliate a pagare doppio un evento disastroso di questo tipo.

Panic Selling Marzo 2020: cos’è successo esattamente?

Sulla stampa anglosassone lo chiamano Coronavirus Crash, mentre dalle nostre parti si tende a sottolineare il Panic Selling che questo ha generato sui mercati di tutto il mondo.

Il giorno terribile è stato quello del 16 marzo 2020, durante il quale il Dow Jones Industrial Average ha perso oltre il 12,90%, perdita importante e tra le più elevate della storia, che erra inoltre il terzo giorno di chiusura negativa nell’arco di una settimana. All’interno del “Panic Selling” infatti dovrebbero essere ascritti anche i giorni di Lunedì 9 Marzo e di Giovedì 12 Marzo.

Su livello globale invece il Panic Sell e il crash susseguente deve essere necessariamente spalmato tra il 20 febbraio e il 7 aprile, data successiva alla quale i mercati mediamente sono tornati a a guadagnare, recuperando (talvolta completamente) terreno.

Marzo 2020 crisi settore aereo panic selling
Grande crisi per i titoli delle compagnie aeree – qui RyanAir – che non sono più tornati sui livelli precedenti

È stato un caso di Panic Selling? Data la concentrazione delle vendite in poche ore di trattative, principalmente nei tre giorni sopracititati, sicuramente in parte sì.

Abbiamo visto all’opera quello che il tipico ciclo che viene innescato dal Panic Selling: l’attivazione di lockdown che avrebbero sicuramente impattato su talune aziende e sull’economia in generale ha portato in moltissimi a vendere i propri titoli, spesso senza trovare una controparte disposta ad acquistarli, se non a prezzi fortemente scontati.

Da qui un ulteriore aumento del panico, che ha portato ad altre vendite, per un circolo vizioso che quando si attiva è praticamente impossibile da interrompere.

Dalle parti dell’Europa, al fine di “proteggere” determinate azioni quotate sui mercati nazionali Italia, Francia e Spagna sono anche intervenute vietando le vendite allo scoperto, con risultati però risibili dato che la connessione tra vendita allo scoperto e ulteriore ribasso dei prezzi è stata smentita, più volte, da analisi accademiche che partivano da dati.

I mercati oggi sono tornati a correre? Sicuramente non tutti: basterebbe dare un’occhiata d’altronde ai titoli delle compagnie aeree, tra le più colpite dalla crisi del COVID, difficilmente torneranno sui livelli pre-crisi, così come il settore della ristorazione su larga scala e anche quello delle strutture ricettive.

Altri titoli invece – vedi le azioni Amazon e tanti altri soltanto marginalmente toccati dalla crisi, sono tornati a correre e hanno superato anche i livelli di prezzo pre-Marzo 2020.

Panic selling opinioni autorevoli

Raccogliamo altre opinioni autorevoli che possono aiutare a comprendere come si verificano i Panic Selling e soprattutto come potersi riparare – o addirittura sfruttare – questo tipo di situazione.

Panic Selling video

  • History Brief: Black Tuesday

Un breve video che affronta gli eventi del giorno più incredibilmente disastroso per le borse americane: il Black Tuesday del 1929. Caso da manuale degli effetti potenzialmente disastrosi del Panic Selling, che quando supportato da fondamentali economici non buoni, può innescare crisi di lunghissimo periodo.

  • Why you shouldn’t panic when the stock market tumbles

Un video breve di Business Insiders che impara a riconoscere i Panic Selling da piccole variazioni del livello di mercato, che non dovrebbero essere fonte di alcun tipo di preoccupazione. Ottimo video per chi vuole capire più a fondo quali sono le differenze tra crash e mercato semplicemente in bear mode.

Panic selling forum

Abbiamo anche deciso di fornire ai nostri lettori 5 diversi forum dove le notizie di panic selling arrivano in tempo reale e dove si discute anche delle strategie che possono essere implementate per sfruttare al meglio questo tipo di situazioni.

  • Elite Traders: sono in molti a segnalare le situazioni di Panic Selling anche su mercati lontani e comunque al di fuori dei nostri orizzonti. Ottimo posto per discutere, seppur in inglese, di questo tipo di eventi;
  • FinanzaOnline: sito italiano che è il primo per numero di discussioni e di utenti e dove si discute di frequenti di Panic Selling anche se di proporzioni diverse da quello che abbiamo imparato a conoscere in questa guida;
  • Reddit: anche qui possiamo raccogliere molto facilmente informazioni su eventuali panic selling in corso, e scambiare opinioni su come affrontare questo tipo di situazioni;
  • InvestireOggi: di discute spesso di Panic Selling sui principali mercati mondiali, compresi quelli che possono colpire le azioni di Piazza Affari;
  • Investing.com: tecnicamente non un forum, anche se può essere comunque utile utilizzare la sezione commenti per ottenere informazioni su panic selling e su come modificare le proprie strategie a riguardo.

La nostra opinione sul panic selling

Il panic selling è un evento incontrollabile e inaspettato, che può causare danni enormi a qualunque tipo di portafoglio: imparare a riconoscerlo per muoversi per tempo (e per mettersi al riparo prima) è il modo migliore di approcciarsi a mercati che più di una volta si sono dimostrati come assolutamente umorali e pronti a dare fuoco alle polveri anche su notizie poi non esattamente fondate.

Chi vuole investire speculando in borsa su questo tipo di eventi ha tutto il diritto di farlo, sebbene dovrebbe comunque prepararsi a rischi che sono tra i più alti che si possono affrontare su di un mercato finanziario.

Non è un questa una situazione durante la quale far soldi facili, ma piuttosto un momento di grande confusione dove in pochi possono approfittarne, mentre molti saranno costretti a raccogliere i cocci dei loro stessi investimenti.

Considerazioni finali

Il panic selling è un evento ciclico e ricorrente sulle borse di tutto il mondo: ogni giorno ne accadono in questa o in quella borsa, talvolta colpendo semplici titoli, altre volte interi comparti e più raramente le borse su scala mondiale, come avvenuto nel Marzo 2020.

Gli effetti di questo evento sono spesso disastrosi e in grado di rendere inutili strategie che in tempo di pace potrebbero essere più che utili.

Occhio però a procedere troppo spesso di trading online reattivo: ovvero prendendo posizione sempre in relazione alle ultime tendenze di mercato. Il rischio, quando il rimbalzo è alle porte, è quello di scottarsi seriamente.

FAQ – Panic Selling: domande e risposte frequenti

Che cos’è il panic selling?

È un evento durante il quale tutti vendono grandi quantità di un determinato titolo, causando un forte ribasso del prezzo.

Il panic selling ha giustificazioni economiche?

Sì, anche se spesso è fondato su notizie che vengono largamente ridimensionate più avanti.

Conviene investire durante un panic selling?

È un momento particolarmente rischioso per investire e chi non ha già posizioni aperte dovrebbe considerare l’ingresso nel mercato come estremamente speculative.

Si può guadagnare durante o dopo un panic selling?

Sì, con le giuste strategie, tenendo però sempre conto del fatto che dovremo necessariamente andare ad investire cercando di minimizzare i potenziali danni e rischi.

Si può vendere allo scoperto durante un panic selling?

Sì, anche se talvolta le autorità di borsa sospendono la vendita allo scoperto o addirittura tutte le contrattazioni su un determinato titolo.

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