Investimenti bancari
Gli investimenti bancari sono tutti quegli investimenti che ci vengono proposti dalla nostra banca e ai quali possiamo accedere dallo stesso istituto presso il quale abbiamo acceso un conto corrente.
Dentro questa categoria, come vedremo più avanti, finiscono in realtà strumenti molto diversi tra loro – dalle obbligazioni bancarie ai fondi comuni – senza che ci sia effettivamente un filo conduttore in grado di legare queste specifiche esperienze.
Analizzeremo dunque uno per uno questi strumenti, dividendo quelli che possono essere utili per il nostro progetto di investimento finanziario da quelli che invece, almeno a parere della nostra redazione.
Investimenti bancari: significato
Parliamo di investimenti bancari per segnalare quei prodotti finanziari che in genere vengono offerti dalle banche in via esclusiva o semi-esclusiva.
All’interno dunque di questa categoria troviamo i prodotti legati al risparmio, quelli legati maggiormente all’investimento e in ultima istanza anche quelli che sono più puramente speculativi.
Possiamo trovare anche strumenti a gestione personale oppure ancora risparmio gestito. Ci sono poi prodotti ibridi, spesso favoriti anche dallo stato a livello di tassazione, ma talvolta non convenienti per chi investe sul serio e vuole ottenere rendimenti importanti.
Dall’altro lato siamo di fronte oggi a scenari decisamente più ampi per chi vuole investire, anche da casa. Perché appunto possiamo decidere – pur essendo piccoli risparmiatori – di investire tramite broker extra-bancari che possono offrire, talvolta, strumenti e condizioni più interessanti.
eToro (qui per il sito ufficiale) è una delle alternative maggiormente gettonate per chi vuole fare trading e investire in proprio, senza risparmio gestito e senza quei servizi bancari di investimento che, come avremo modo di vedere, spesso possono essere poco convenienti.
Risparmiare in banca
La banca è innanzitutto, per il grosso degli italiani, un luogo dove poter risparmiare, nel senso di scegliere strumenti a basso rischio che facciano crescere, seppur lentamente, i risparmi.
La banca viene vista in questo senso come il centro nevralgico del risparmio, perché (spesso ingiustificatamente) viene considerata come estremamente sicura, soprattutto in relazione agli altri tipi di intermediari.
Le banche però oggi offrono relativamente poco nel mondo del risparmio, nel senso che si limitano a fare quello che noi definiremmo un compitino.
Che non sono neanche offerti da tutte le banche. I conti deposito – dei quali abbiamo già parlato diffusamente in una guida dedicata – sono conti di risparmio puri.
Perché pagano interessi, seppur bassi, senza alcun tipo di rischio per i capitali sotto i 100.000 euro per conto e per correntista. Sono una scelta praticamente ideale per chi vuole dei rendimenti senza correre rischi e senza capire nulla di finanza e di investimenti.
I conti deposito sono oggi offerti da tutte le principali banche e sono una delle forme maggiormente gettonate da un pubblico, quello italiano, da sempre particolarmente avverso al rischio.
- Libretti di risparmio
Possiamo far rientrare nella categoria risparmio anche i libretti, che sono simili in tutto e per tutto ai conti deposito, sebbene con una struttura ormai vetusta, che prevede tra le altre cose spesso il ricorso allo sportello bancario, con costi aggiuntivi per chi risparmia.
Sui libretti va fatto un discorso marginalmente diverso rispetto a quello che è stato appena fatto per i conti deposito.
Siamo infatti davanti a strumenti che oggi rendono praticamente zero, che le banche continuano a proporre a caccia di qualcuno che non legga le condizioni.
Investimenti bancari: quali sono
Passiamo ora a quelli che sono più strettamente investimenti, che prevedono un certo grado di rischio e – possibilmente – ottenere dei buoni rendimenti.
Le banche sono gateway per quasi qualunque tipo di investimento, soprattutto da quando – quasi tutte – sono riuscite a dotarsi di piattaforme di trading.
Le banche offrono depositi titoli nei quali si possono inserire azioni, tipicamente del mercato italiano e dunque di Piazza Affari e dei principali mercati esteri.
Rispetto però a broker specializzati in azioni – è il caso di FP Markets (che qui si può testare in demo gratuita) – sono presenti tutta una serie di problemi che dovremo per forza segnalare a chi ci sta leggendo.
In primo luogo i costi: le banche operano solo in regime di inoltro ordini, il che vuol dire avere sempre commissioni fisse, relativamente alte per chi investe capitali ridotti.
In secondo luogo va segnalata l’assenza, spesso, di mercati che potremmo definire esotici. E quando questi sono presenti, in genere sono offerti a costi molto alti per quanto concerne le commissioni.
Siamo dunque davanti ad una situazione lontana dall’ideale nella stragrande maggioranza dei casi. L’affermazione che segue sarà forte, ma è quanto riteniamo essere la realtà: gli investimenti bancari in azioni sono molto poco convenienti, a meno che di non inserirli in una gestione completa e totale del nostro patrimonio proprio tramite la banca.
- Derivati, come futures e opzioni
Il mondo dei derivati meriterebbe un discorso a parte, anche se per completare il quadro degli investimenti bancari, riporteremo in breve qui quello di cui si tratta.
Talune banche permettono di accedere a strumenti come futures e opzioni attraverso le loro piattaforme di investimento, principalmente per offrire materie prime.
Non ci aggiungeremo al codazzo che ritiene questi strumenti nati per truffare gli investitori, anzi, siamo di opinione assolutamente opposta: i futures e le opzioni, se maneggiate con cura, possono essere una buona integrazione per chi vuole investire su determinati mercati.
D’altronde anche i CFD offerti da broker quali Trade.com (qui per saperne di più sul sito) sono dei contratti derivati e sono utilizzati ogni giorno da centinaia di migliaia di investitori senza alcun tipo di problema.
Sono strumenti erroneamente ritenuti di risparmio ma che in realtà non lo sono, perché possono presentare rischi importanti a seconda dell’emittente.
Senza parlare poi delle obbligazioni bancarie, strumenti emessi direttamente dalle banche per ottenere finanziamenti sul mercato e che possono essere enormemente rischiosi. Il caso di Banca Etruria è ancora freschissimo nella mente di tanti risparmiatori italiani.
Affronteremo in una divisione a parte tutti gli strumenti di risparmio e investimento gestito, che riteniamo essere geneticamente diversi e soprattutto con un funzionamento decisamente opposto a quello degli investimenti liberi che abbiamo analizzato fino ad ora.
Investimenti bancari gestiti
Ci sono anche diverse tipologie di investimento gestito che possono essere offerti dalle diverse banche, come fondi comuni, PAC, polizze assicurative di vario tipo.
Anche qui passeremo in rassegna quello che le banche hanno da offrire, rimandando poi, ove necessario, ad approfondimenti ulteriori sul tipo di strumento in questione.
- Fondi comuni di investimento
Non siamo pregiudizialmente contrari ai fondi comuni di investimento, che quando offerti da piattaforme specializzate possono essere anche relativamente vantaggiosi.
Quando sono però le banche a vendere questo tipo di strumento, non ne siamo convintissimi. Innanzitutto le opzioni sono due: o un fondo gestito direttamente dalla banca, dove i conflitti di interessi purtroppo possono essere all’ordine del giorno, oppure fondi rivenduti dalla banca, che incassa una commissione.
In entrambi i casi siamo davanti ad una situazione decisamente poco vantaggiosa per chi investe, perché appunto potremmo trovare condizioni migliori al di fuori dei circuiti esterni a quelli bancari.
I fondi comuni di investimento possono essere un’aggiunta interessante al nostro portafoglio, ma farlo con la banca oggi non è quasi mai una buona idea.
- PAC e altri strumenti gestiti
Piani di Accumulo e altri strumenti che hanno ricevuto una spinta importantissima soprattutto grazie ad importantissimi sgravi fiscali promessi (e mantenuti) dalla Repubblica Italiana, sono strumenti che in genere sconsigliamo, a prescindere dal fatto che si tratti o meno di un investimento tramite la banca.
Siamo in realtà davanti a strumenti gestiti che hanno costi di commissione enormi, che spesso superano anche quel piccolo vantaggio fiscale che si può ottenere. Per noi bocciati, anche se appunto approfondimenti a riguardo possono aiutare a capire perché non riteniamo che i PAC siano strumenti così interessanti.
- Polizze assicurative
Sì, anche le polizze assicurative possono essere degli strumenti di investimento bancari.
Perché appunto sono proposte dalle banche e perché la loro componente finanziaria è assolutamente preponderante rispetto a quella assicurativa.
Siamo contro questo tipo di strumenti? Non necessariamente, ma vanno trattati alla stregua di fondi comuni speculativi, sui quali va aggiunto un contratto assicurativo, che va comunque pagato.
Questo si traduce in costi di commissione ulteriori, anche nel caso di polizze assicurative a capitale garantito, che sono appunto garantiti al lordo delle commissioni da pagare.
Conviene puntare sugli investimenti bancari?
Come abbiamo già visto, all’interno degli investimenti bancari si trovano diversi strumenti, anche molto diversi tra loro.
Dare un giudizio univoco su ognuno di questi strumenti non ha alcun tipo di senso, perché appunto sono diversi i vantaggi e gli svantaggi che potremmo dover trovarci ad affrontare per ogni singolo strumento.
In via generale sugli investimenti bancari dobbiamo notare però determinati fattori, che rendono questo istituto tra quelli che maggiormente avrebbero bisogno di aggiornarsi e modernizzarsi.
- Costi
Le banche fanno pagare a carissimo prezzo il fatto di essere istituti che godono comunque di una certa credibilità. Credibilità che però in diversi frangenti si è rivelata come mal riposta e che ha contribuito a far fare ai risparmiatori dei pessimi affari.
Limitandoci al fatto dei costi, possiamo dire che investire in banca o con un broker specializzato in stile eToro (che qui si può testare anche in demo gratuita) si risparmia molto.
Anche sotto il piano delle piattaforme, le banche oggi si trovano ad essere molto indietro rispetto a quello che offrono altri tipi di intermediari.
E questo si traduce in uno svantaggio netto rispetto ad altri tipi di investitori, che invece sono in grado di accedere a strumenti maggiormente professionali.
Questo è un problema che pochissime banche sono state in grado di risolvere e che rimane il classico elefante in cristalleria.
- Varietà degli strumenti
Il grosso delle banche oggi offre listini molto vari, dove sono presenti migliaia di titoli. Quello che spesso lascia a desiderare è pero la varietà effettiva di questi titoli.
Perché le banche ora come ora puntano a vendere strumenti gestiti, che appunto sono a loro vantaggio e che sono un po’ tutti simili per noi che investiamo e risparmiamo.
Nulla a che vedere con la vera varietà che è offerta da FP Markets (con più di 11.000+ strumenti) e da tanti altri broker che invece offrono listini davvero completi.
Sono problemi, questi nel complesso, che gli investimenti bancari presentano a prescindere da quali siano gli istituti che andremo effettivamente a scegliere per investire.
Gli investimenti bancari sono rischiosi?
Dipende dal tipo di strumento, perché le banche non possono offrire alcun tipo di garanzia ulteriore sugli strumenti che vendono.
Quindi per quanto riguarda il discorso rischio, gli strumenti proposti dalle banche vanno calcolati e considerati uno per uno:
- Azioni: possono avere rischio medio-alto;
Che può essere comunque ammortizzato sul serio con una strategia di investimenti diversificati.
- Derivati: sono ad alto rischio, soprattutto se con leva;
Anche in questo caso i rischi vanno comunque compresi all’interno del proprio portafoglio complessivo, tenendo conto che gli strumenti sui quali si investe tramite derivati è in genere rischioso.
- Conti deposito: completamente sicuri fino a 100.000 euro;
Perché nel caso di dissesto interviene il Fondo Interbancario di Tutela, che rimborsa quantomeno tutta la somma versata, al netto degli interessi.
- Fondi comuni
Il prospetto dovrebbe riportare l’indice sintetico di rischio, che riassume in una scala da 1 a 7 il rischio insito in un determinato strumento.
In realtà questi indici non possono che fare una fotografia parecchio sfocata agli strumenti sottostanti e andrebbero sempre persi cum grano salis prima di investire. I rischi, anche con i fondi comuni, possono essere alti.
- Strumenti assicurativi
Al rischio insito nei fondi sottostanti si aggiunge il costo della commissione, che fa partire ogni anno l’investimento da un -2% circa. Quindi in questo caso il rischio è amplificato, anche nel caso di capitale garantito.
Investimenti bancari: considerazioni finali
Gli investimenti bancari sono oggi indietro rispetto a quanto possono offrire i migliori canali per gli investimenti, come broker CFD e piattaforme specializzate.
Per questi motivi, che d’altronde abbiamo ampiamente specificato nel corso della nostra guida di oggi, riteniamo che gli investimenti bancari dovrebbero perdere nel nostro immaginario parte della centralità che hanno sempre rivestito.
C’è sicuramente di meglio, anche da provare in demo e senza rischi prima di investire i propri capitali in banca.